La legna da ardere conviene più del pellet?
I dati divulgati da confartigianato informano che, ”più di una famiglia su cinque (il 21,4%) fa uso di legna da […]
I dati divulgati da confartigianato informano che, ”più di una famiglia su cinque (il 21,4%) fa uso di legna da ardere per scopi energetici, consumandone mediamente 3,2 tonnellate l’anno. Una quota più bassa, il 4,1% delle famiglie usa i pellets a fini energetici, con un consumo medio annuo di 1,4 tonnellate per famiglia utilizzatrice”. A causa del forte tasso di inquinamento ambientale è scattata la caccia alle soluzioni ambientali allo scopo di ridurre questo fenomeno. Sul mercato è incrementata la richiesta di combustibili ecologici per il riscaldamento come la legna da ardere e i pellets. Due valide alternative ai combustibili fossili. Tuttavia una richiesta maggiore della legna rispetto ai pellets è dovuta soprattutto ai costi dell’impianto, alla manutenzione e al fatto che per alimentare gli impianti a pellet c’è bisogno della corrente elettrica a differenza della legna. E se vogliamo dirla tutta quello che risparmiamo sul costo del pellet lo assorbe la corrente elettrica.
Legna da ardere: guida alla scelta
Tra i vari tipi di legna impiegati per alimentare camini, stufe e caldaie chi è esperto del mestiere consiglia di orientare la scelta verso la legna dura rispetto a quella dolce. Alla classe dei legni duri appartengono le specie che provengono dalle latifoglie: Faggio, frassino, betulla, rovere, carpino e l’acero. La scelta è dovuta soprattutto al fatto che creano una combustione con fiamme corte, lunga e durevole. Queste specie sono ideali per il riscaldamento e sono meno resinosi rispetto ai legni dolci come il pino, il larice e l’abete che appartengono al gruppo delle conifere. Quest’ultimo gruppo (conifere) ha una combustione più veloce ma meno duratura e le fiamme sono lunghe quindi è opportuno usare questo tipo di legna per accendere il fuoco o per la combustione dei forni. Inoltre le conifere creano più creosoto e se impiegate nei camini e nelle stufe occorre pulirli più assiduamente. Il cipresso è completamente da evitare per il riscaldamento poiché brucia troppo rapidamente e lascia una grande quantità di cenere carbonizzata che insudicia la canna fumaria e non riscalda. Il ciliegio invece è più adatto per la cottura che per il riscaldamento.
Legna da ardere guida ai prezzi
Per fare un confronto dei prezzi della legna bisogna misurare la quantità.
La balla è l’unità di misura per la legna da ardere. La balla di legna è utilizzata soprattutto in Toscana ed è ricavata da una rotoballa. La balla ha una misura standard eliminando i problemi di peso eccessivo se la legna è poco stagionata.
Primo taglio: In questo caso viene fornita la legna da 1 metro e non spaccata. Questo tipo di formato sembra conveniente in quanto costa la metà del formato spaccato. Ma se andiamo a sondare bene la situazione tra miscela per la motosega e il lavoro per spaccare i ciocchi di legna l’impresa non vale la spesa.
Infine la legna da ardere formato spaccato guardando i prezzi è la più conveniente. A questo proposito potete consultare il catalogo Leroy Merlin che fornisce sia la legna di Faggio formato spaccato a prezzi convenienti ma anche altri prodotti che servono per accendere il fuoco e per superare l’inverno a costi vantaggiosi.
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